mario roberto
lo zio
PADRE SILVANO ALFIERI
Cappuccino ofm e assistente spirituale di Eleonora
“Ho incontrato per la prima volta Eleonora nel 2003 al Festival dei Giovani a Medjugorie”.
Finita la messa in cui avevo parlato di Santa Maria Goretti, la sua famiglia mi ha chiesto di dov’ero io, ho detto di Parma”, e loro “anche noi” …” di Sala Baganza”, “di Marzolara”. “Stavamo a dieci chilometri di distanza, ma ci siamo conosciuti a Medjugorie. C’era la mamma Sandra, il papà Gabriele, Eleonora e la sorellina Angelica”.
“I genitori erano relativamente sereni, perché questa bimba ammalata aveva reagito bene alle prime cure a Parma e il papà era qui per ringraziare. Questo è stato il primo incontro. Invece in ottobre mi hanno fatto chiamare da un’amica comune, Silvana, mentre ero a Lourdes, per chiedere preghiere per l’Eleonora, perché il decorso della malattia era peggiorato”.
«Dopo avere iniziato la preghiera per lei, nell’ottobre 2003, quando sono tornato da Lourdes, sono andato anche a visitarla, a incontrarla, e ho trovato una bimba solare, con un bellissimo carattere, aperta alla vita, allo studio, agli amici, una bimba che sapeva dire “Sì” e “Grazie” di ogni cosa”.
“Diciamo che però, purtroppo, quella malattia procedeva molto velocemente e ha fatto moltissimi ricoveri all’ospedale Gaslini”.
“Davvero Eleonora nella sua breve vita ha reso visibile il volto di Gesù che ha ricevuto nel battesimo. Anche lei come Gesù si rafforzava nello spirito. Nel vederla così forte non ti rendevi conto che lei potesse non stare bene, sembrava quasi uno scherzo…aveva questa forza anche interiore e poi ha sempre avuto la sapienza del cuore ..aveva anche questo dono grandissimo, un cuore grande che le faceva scegliere delle cose sempre molto grandi, pur essendo piccola. Era una bimba generosa, determinata, poi decisamente eroica durante la malattia perché non si è mai lamentata”.
“La breve vita di Eleonora si può interpretare alla luce della passione, morte e risurrezione di Gesù”.

FRATEL MARIO
Insegnante di Eleonora
“Eleonora Restori frequentava la prima media dell’Istituto La Salle di Parma e, per il calvario che stava vivendo, avrebbe avuto tutte le ragioni di questo mondo per trascurare la scuola, invece affrontava il programma delle singole discipline con regolarità, eseguiva i compiti, i lavori di ricerca e tutte le incombenze scolastiche in modo davvero encomiabile (..) lasciava tutti a bocca aperta per la sua preparazione e la sua corretta esposizione. Ma ancora di più, incantava per quel sorriso naturale e solare che sapeva regalare a tutti, nonostante le sue sofferenze”.
“Al Papa, cui era stata invitata a scrivere per chiedere preghiere per la sua guarigione, inviò queste semplici parole: “Caro Papà Giovanni Paolo II, sono Eleonora, ho 11 anni, frequento la Scuola media La Salle di Parma e sono ammalata. Ti chiedo di pregare per la mia guarigione e per quella di tanti altri bambini ammalati che soffrono negli ospedali. Ricordati anche dei poveri che muoiono di fame e di tutti gli altri problemi che ci sono nel mondo. Ti voglio bene. Eleonora”.
Più che pensare a se stessa, in quella lettera elencava al Papa i problemi del mondo e di tanti che vivono nel dolore”.
La testimonianza di Fratel Mario su Eleonora è stata oggetto di un articolo: “Una storia per riflettere. Il sorriso di Eleonora” pubblicato in “Sussidi per la Catechesi”, Centro Catechistico Lasalliano, Roma, n. 4 luglio-agosto 2010, pp. 46-47.

TITTI
catechista di eleonora
“Io abbino sempre Eleonora al Paradiso. Se qualcuno dice: il Paradiso non esiste, io penso all’Eleonora e dico non può che essere in Paradiso, perché per me il Paradiso esiste anche attraverso Eleonora, perché lei mi ha dato una testimonianza molto forte”.
“Pur essendo piccolina era determinata, poi decisamente eroica durante la malattia, perché lei non si è mai lamentata, noi ci vedevamo delle volte alla messa del pomeriggio, arrivava di corsa a salutarmi, magari faceva allora la chemioterapia, o anche quando andavamo a dottrina e le dicevo: “Ele come va?”, “Va bene, perché dovrebbe andare male? Va benissimo” diceva lei, una forza che non so veramente”.
“Il sorriso di Eleonora, anche quando faceva le cure e non aveva più il suo bel viso, aveva questo sorriso dolcissimo, lei era sempre serena, (..) aveva questa forza interiore e poi ha sempre avuto la sapienza del cuore (..) aveva anche questo dono grandissimo, aveva questo cuore grande che le faceva scegliere delle cose molto importanti pur essendo piccola. Ripeto: continuerà a fare delle cose importanti, ne sono convinta”.
“Continuiamo a parlarci, io e lei, le chiedo preghiere, restiamo in contatto in questo modo. Quando vado in cappella con lei non dico mai l’Eterno riposo ma Gloria al Padre perché è una preghiera che la descrive meglio, perché penso che è in Paradiso, per cui glorifichiamo il Signore (..] Per me è una certezza: Il Paradiso esiste. C’è lei. Lei è là”.

LUDOVICA
la migliore amica
“Ci siamo conosciute all’asilo e la nostra amicizia è iniziata seriamente in terza elementare. Siamo diventate molto amiche in fretta. Avevamo molti interessi in comune, ci piaceva leggere, facevamo le gare, mi ricordo, a chi finiva prima i libri (..) Noi ridevamo moltissimo…ogni volta che partiva una canzone di Zucchero cominciavamo a cantare e a ballare a squarciagola. (..) Una cosa davvero speciale è stato conoscerla (..) Lei aveva un carattere più forte del mio (..) in tante situazioni mi ha aiutata, magari ad affrontare dei bambini che cercavano di sopraffarmi (..) e si vedeva che le piaceva aiutare.(..) Aiutava sempre le sue compagne, insomma i deboli”.